Sanità locale: una crisi che non può più essere ignorata.

Ancora una volta ci troviamo a parlare della “coperta corta” che caratterizza la sanità nel nostro territorio. Bandi deserti, medici che lasciano l’ospedale, pensionamenti anticipati e l’attrattiva della vicina Svizzera: questi sono solo la punta dell’iceberg. Se non si prenderanno decisioni coraggiose e programmatiche per ripensare la sanità nella nostra regione, il nostro destino sarà quello del Titanic: affondare senza rimedio.

Da oltre vent’anni, l’Ordine dei Medici ha mantenuto una chiara direzione: puntare a una vera riorganizzazione della medicina territoriale, rafforzata da un sistema di emergenza efficiente e da un unico ospedale moderno, non solo dal punto di vista tecnologico, ma progettato a misura d’uomo, mettendo la persona al centro dell’assistenza.

Non posso negare che, dopo l’incontro in Regione del 1° luglio 2022 e la successiva scelta condivisa nella Conferenza dei Sindaci, abbiamo sperato in un cambiamento. Per un momento, avevamo creduto in un nuovo orizzonte per il futuro della nostra sanità. Purtroppo, quella speranza è stata fugace. Ci siamo trovati ancora intrappolati in un labirinto di personalismi, in cui si cercava a tentoni una via d’uscita. Come professionisti del territorio, a contatto quotidiano con le comunità e i loro bisogni, ritenevamo l’Ospedale Nuovo un elemento imprescindibile per garantire una risposta sanitaria etica, deontologica, appropriata ed efficace. Fermare questo progetto equivaleva a fermare il futuro della sanità nel nostro territorio.

Più volte abbiamo lanciato l’allarme ma, nonostante le forti preoccupazioni che abbiamo espresso,  come Cassandra siamo stati inascoltati. I medici sono allo stremo, stanchi di essere l’anello debole di un sistema sanitario territoriale e ospedaliero in crisi. Solo la collaborazione tra i professionisti ha finora permesso di mantenere una rete di protezione per rispondere, con dedizione, ai bisogni delle persone. Ma quanto ancora possiamo chiedere ai medici? I medici vogliono lavorare in serenità e sicurezza. Desiderano una qualità di vita che vada oltre la sfera professionale. Ogni giorno, indipendentemente dal regime contrattuale, i medici svolgono il loro compito con professionalità, nonostante le enormi difficoltà.

L’Ordine ha più volte fatto sentire la sua voce, ma è stata ignorata. È stata fatta una scelta di riorganizzazione ospedaliera e, anche se non pienamente condivisa, ci auguriamo che venga portata avanti con determinazione e rapidità. Quello che è in gioco oggi è il rapporto fiduciario tra medico e paziente, che sta entrando in una fase di grave conflittualità, culminata in episodi di aggressione contro il personale sanitario. L’idea di dover ricorrere a una legge, divenuta necessaria, per proteggere i professionisti della salute non è un segno di una società civile.

L’Ordine dei Medici è consapevole del suo ruolo istituzionale e, proprio per questo, chiede scelte coraggiose e rapide per restituire dignità sia ai pazienti, sia a quanti lavorano nella sanità.

 

Versione PDF: pdf Comunicato Stampa del 07-10-2024 (99 KB)